mercoledì 31 marzo 2010

Per una famiglia quasi perfetta


Uno dei fattori che contribuiscono maggiormente all'equilibrio della persona è certamente la famiglia, ma sappiamo bene che essa sempre più è messa in discussione. Noi avventisti abbiamo sempre insistito sull'importanza della famiglia e sulla cura che si deve riservare a essa e , naturalmente, ci fa piacere quando anche altri organismi riconoscono questo. Il quotidiano La Repubblica del 15 maggio ha dedicato tutta una pagina a un articolo intitolato " Per una famiglia quasi perfetta" basta seguire dieci regole d'oro, riportando quanto era stato elaborato dal " Forum delle Associazioni Familiari" in occasione della giornata internazionale dell'infanzia indetta dall'Onu. Ecco di seguito il " Decalogo per tutti! ORARI- Rispettare gli orari dei pasti, almeno la cena, aspettando che tutti siano arrivati per mangiare. PASTI- bandire la televisione accesa, la letture dei giornali e gli squilli dei telefonini durante i pasti. DISCUSSIONI- intavolare discussioni sui problemi sociali permettendo a ognuno di esprimere la propria opinione. OSPITI- la famiglia deve essere accogliente e aprire la casa agli amici: anche i figli devono ricevere i loro. SVAGHI-proporre mostre, concerti, cinema e passare qualche serata con giochi di squadra e di società. TRADIZIONI- tramandare le tradizioni familiari e sociali e passare insieme feste, compleanni e ricorrenze. DECISIONI- non aver paura di coinvolgere i figli fin da piccoli nella gestione della casa e dei piccoli lavori quotidiani. PRIVACY- non essere invadenti e rispettare la ricerca di intimità dentro la casa. DIALOGO- parlare durante la cene con il coniuge, davanti ai figli, di come è andata la giornata. Il forum delle associazioni familiari è laico e quindi l'analisi tratta solo aspetti educativi e sociali da un punto di vista laico. Si potrebbero aggiungere anche altri sani principi, primo fra tutti la cura della vita spirituale, che unisce in modo profondo tra di loro e con DIO i membri della famiglia

lunedì 29 marzo 2010

Una vita senza frutti

Gustando delle ciliege, raccogliendo albicocche, mele o noci, l'uomo, in ogni stagione, con i suoi gesti e i suoi pensieri, conferma ogni anno questa dichiarazione del Vangelo: "Riconoscerete l'albero dai suoi frutti". Ancora una volta la verità si trova nelle cose semplici che non ingannano mai. E, sotto gli alberi di un frutteto, si sente da ogni parte la voce del Cristo. Fra la scala e il cesto, in questo frutto raccolto, si decide dunque la qualità dell'albero. Poichè non basta che l'albero sia bello e che lo si ammiri; non basta che sia verde o che lo si trovi vigoroso; non basta che dia ombra e che sia piacevole nel riposarvi sotto. Bisogna che vi sia il frutto. Ma, ancora, bisogna che l'albero porti del buon frutto. E non serve soltanto che lo porti ma anche che lo offra, che lo abbandoni nella mano di colui che lo raccoglie e lo porta via. E noi che abbiamo paura,tanta paura che qualcuno ci sottragga una cosa qualunque, che si approfitti di noi, che ci derubi! La sola cosa antipatica che potrebbe accaderci è che restino vuoti i cesti che gli altri( e anche DIO stesso) mettono sotto la nostra vita.

Impara..


Impara ad apprezzare tutto quello che ricevi. Non dare per scontato che tutto ti sia dovuto.... Forse quello che ricevi ti può sembrare poco, ma se domani non riceverai più neanche quello, allora vedrai che quel poco era tantissimo!!!

domenica 28 marzo 2010

La porta dell'amore (seconda parte)


Se vogliamo entrare dalla porta dell'amore e prosuguire in " una sola carne" è importante depositare nella relazione di coppia dei crediti che possano garantire il successo. I sentimenti che servono al matrimonio e alla sua stabilità sono diversi rispetto alla passione o al sentimentalismo e in primo luogo bisogna fare una distinzione fra innamoramento e amore. " L'innamoramento è una rivoluzione mentre l'amore sarebbe una riforma... Per amare l'altro non basta compiacersi della sua bellezza e bontà.., ma bisogna sintonizzarsi con i suoi risvolti oscuri, imprevedibili, ambigui, di apparenza sgradevole, compromettersi cioè con l'ombra. L'amore va costruito, non è solo sentimento, ma anche volontà, che richiede un insieme di virtù... Amare vuol dire conoscere l'altro nella sua realtà, al di là delle nostre proiezioni, dei nostri desideri. Amare è anche consapevolezza che la felicità non dipende solo dalla persona amata, che ognuno deve avere la possibilità di sviluppare la propria personalità anche nei rapporti con gli altri"L'amore vero non è turbamento, eccitazione o desiderio continuo. Questo è semplicemente innamoramento." L'amore invece è quello che resta del fuoco quando l'innamoramento si consuma". " L'innamoramento è la fusione di due momenti, l'amore è la sintesi di due storie di vita".L'amore è solidarietà. L'amore vero vuole partecipare, condividere, dare , raggiungere. Pensa all'altro e non a se stesso. Hermann Oeser, scrittore tedesco, così si esprime:" Coloro che vogliono diventare felici, non dovrebbero sposarsi. Quel che ha importanza è far felice l'altro. Coloro che vogliono essere capiti, non dovrebbero sposarsi. Quel che ha importanza è capire il proprio patner". L'amore è fiducia. Essa promuove un profondo senso di affidamento reciproco e di protezione. è fedeltà .La riuscita del matrimonio non dipende solo dalla capacità d 'innamorarsi, ma soprattutto dal saper restare nell'amore indipendentemente dalle circostanze della vita. Pertanto, la fedeltà ai voti matrimoniali o a una relazione non significa solo resistere semplicemente alla tentazione ma , innanzitutto, significa rimanere fedeli all'amore divino, il che vuol dire crescere in questo amore senza accumulare frustazioni. Nel matrimonio non va poi dimenticato il reciproco perdono e il sentimento di appartenenza sociale. Bisogna tenere presente che facciamo parte di un noi sociale e che non si può gustare la felicità chiudendosi in se stessi, paghi di riversare l'uno sull'altra l'affetto, è basilare cogliere ogni occasione contribuire alla felicità di quelli che ci stanno intorno . L'avvenire del matrimonio non dipende dal possedere più o meno una casa, un patrimonio, un lavoro soddisfacente, esso è assicurato sopratutto dai fondamenti morali e di relazione dei due sposi.

venerdì 26 marzo 2010

L' amore e la felicità


La scienza ha scoperto, non molto tempo fa, gli effetti della bontà sulla salute. Un ricercatore americano ha scritto: "Arriverà il giorno in cui il vostro medico vi consiglierà esercizio fisico regolare, alimentazione sana e un gesto amico nei confronti di qualcuno". Le ricerche fatte dall'Università del Michigan, negli Stati Uniti, mostrano che le persone con pochi amici e che evitano i famigliari hanno un tasso di mortalità due volte maggiore rispetto a coloro che invece vivono bene con se stesse e con altri. Questo significa che le persone con la medesima malattia, ma che si tengono lontane dalle amicizie, e non hanno stima per gli altri, corrono il rischio di vivere molto meno tempo rispetto alle altre. Già Anseiller, lo specialista e inventore della parola stress, ha constatato che molte persone amabili, comprensive, che offrono attenzione agli altri hanno meno stress. Egli fu il primo a scoprire che quando offriamo calore umano agli altri il nostro organismo produce un ormone chiamato endorfina, ed è un ormone del benessere. Ne " I quattro amori" C.S. Lewis ha scritto: Amare è essere vulnerabili (...) Se volete star certi di mantenere intatto, non dovete concederlo a nessuno, neppure a un animale. Avviluppatelo ben bene di hobby e piccoli lussi, evitate qualunque coinvolgimento, chiudetelo prudentemente a doppia mandata nello scrigno del vostro egoismo. Ma in quello scrigno- sicuro, inalterabile, asettico- il vostro cuore si trasformerà. Non si spezzerà: diverrà infrangibile, impenetrabile, irredimibile.(...) L'unico posto, a parte il cielo, in cui potete essere perfettamente al sicuro dai pericoli dell'amore è l'inferno". Sta scritto :"... Più felice cosa è il dare che il ricevere". Credo che questo sia vero. La vita ha senso solo quando ci doniamo, quando amiamo e ci lasciamo amare. Dio ci ha creati per questo proposito. Se vogliamo godere della pace, della piena felicità, dobbiamo organizzare la nostra esistenza orientandoci secondo ciò che dice la Bibbia. Questo ci aiuterà non solo spiritualmente, ma anche fisicamente ed emotivamente. Non amare significa morire. Le persone che hanno successo professionalmente, ma non hanno scoperto la vera dimensione dell'amore, vivono, si, ma come se fossero morte.

Il vecchio e i fiori


Non essere sinceri con se stessi è la punizione peggiore che ci si possa infliggere. Il silenzio parla... per chi sà ascoltare. La grandezza non consiste nell'essere questo o quello, ma nell'essere se stesso, e questo ciascuno lo può se lo vuole!!

Gli scritti sulla cripta del vescovo anglicano...


LE PAROLE SEGUENTI FURONO SCRITTE SULLA TOMBA DI UN VESCOVO ANGLICANO NELLA CRIPTA DELL'ABBAZIA DI WESTMINSTER. QUANDO ERO GIOVANE E LIBERO E LA MIA FANTASIA NON AVEVA LIMITI, SOGNAVO DI CAMBIARE IL MONDO. DIVENTANDO PIù VECCHIO E PIù SAGGIO, SCOPRII CHE IL MONDO NON SAREBBE CAMBIATO, PER CUI LIMITAI UN Pò LO SGUARDO E DECISI DI CAMBIARE SOLTANTO IL MIO PAESE. MA ANCHE QUESTO SEMBRAVA IRREMOVIBILE. ARRIVANDO AL CREPUSCOLO DELLA MIA VITA, IN UN ULTIMO TENTATIVO DISPERATO, MI PROPOSI DI CAMBIARE SOLTANTO LA MIA FAMIGLIA, LE PERSONE PIù VICINE A ME , MA AHIMè NON VOLLERO SAPERNE. E ORA MENTRE GIACCIO SUL LETTO DI MORTE, ALL'IMPROVVISO HO CAPITO: SE SOLO PRIMA AVESSI CAMBIATO ME STESSO, CON L'ESEMPIO AVREI POI CAMBIATO LA MIA FAMIGLIA. CON LA LORO ISPIRAZIONE E IL LORO INCORAGGIAMENTO, SAREI STATO IN GRADO DI MIGLIORARE IL MIO PAESE E , CHISSà, AVREI POTUTO CAMBIARE IL MONDO.... ED è PROPRIO VERO ... LA MIGLIOR COSA è CAMBIARE SE STESSI: PRIMO PERCHè è PIù GIUSTO, SECONDO Perché PRIMA DI CAMBIARE GLI ALTRI è GIUSTO DARE L'ESEMPIO, LA COERENZA E FAR SI CHE LORO SI RENDANO CONTO CON ESEMPI CONCRETI CHE CIò SARà POSSIBILE, TERZO PER NON PERDERE TEMPO ED EVITARE SCORAGGIAMENTI....

domenica 14 marzo 2010

Al momento opportuno


Grandi sono le opere del Signore e contemplate da chi le ama. ( Salmo 111:2). Ho aiutato migliaia di donne a mettere al mondo i loro bambini, ma ogni volta sono meravigliato dal modo in cui DIO ha previsto la nascita di un nuovo essere. Al momento giusto il bambino è pronto a lasciare il nido confortevole del corpo di sua madre. La distanza che deve percorrere è corta, ma può essere pericolosa. La testa, relativamente grande, deve passare attraverso un'apertura che sembra troppo stretta. Lo spazio situato fra le ossa del bacino della donna, attraverso il quale il neonato transita al momento della nascita, è più ampio in larghezza nella parte superiore, vicino al collo dell'utero, e in lunghezza nella sua parte inferiore. Il Creatore, che ha formato il bambino e sua madre, ha previsto che creino un insieme quasi perfetto. La testa del bambino ruota lentamente e la nascita avviene generalmente senza ostacoli . DIO ha previsto che incominciando la sua discesa, il bambino abbassi la testa contro il proprio torace. Questo movimento permette di lasciar passare la parte più stretta del bambino. La parte posteriore del cranio è ancora abbastanza malleabile per prendere la forma dell'apertura. Mentre le contrazioni spingono dolcemente ma con fermezza il bambino, la testa si gira di lato in modo da scivolare. Poi gira di 90° per permettergli di passare attraverso il cilindro costituito dall'utero, il collo e la vagina. Alla fine, quando il bambino esce, la testa si raddrizza, facilitando il parto.Questi movimenti, perfettamente sincronizzati, si concatenano senza nessuno sforzo da parte della madre o del bambino. Si susseguono naturalmente a causa della forma della testa del bambino e di quella del bacino della madre. Tutto è stato previsto da un architetto straordinario. Davanti a tali esempi è difficile non credere nel DIO creatore. Ti lodo Signore, per tutte le meraviglie della tua creazione.

Ciò che conta nella vita


Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito. ( Giovanni 3:8). Possiamo vivere diverse settimane senza cibo, diversi giorni senz'acqua, ma soltanto pochi minuti senz'aria. L'aria trasmette la vita, la forza, l'energia a tutte le cellule del corpo. L'elemento essenziale dell'aria è l'ossigeno. In che modo il potere stimolante dell'ossigeno penetra in ogni cellula dell'organismo? grazie a uno dei sistemi di distribuzione del corpo: la circolazione sanguigna. Il cuore pompa il sangue carico di globuli rossi. Poi l'emoglobina( uno degli elementi che costituiscono i globuli rossi) a livello polmonare incorpora l'ossigeno per distribuirlo a tutte le cellule. Il sistema cardiocircolatorio scambia le molecole di ossigeno con quelle di anidride carbonica, residuo dell'attività delle cellule dell'organismo, e le veicola fino ai polmoni dove verranno espulse. Contemporaneamente la parte fluida del sangue trasporta e distribuisce gli elementi nutritivi indispensabili per la vita delle cellule. Questo processo ci ricorda i due aspetti fondamentali della vita cristiana: la comunione con DIO e il servizio nei confronti del prossimo. Ricevendo la potenza vivificante e fortificante dello Spirito Santo dovremmo trasmetterla costantemente intorno a noi. Questo è lo scopo della nostra vita: essere in comunione con DIO, attraverso lo Spirito Santo, per ricevere forza, potenza, amore, gioia, pace e compiere un servizio più efficace nei confronti dei nostri simili. La nostra vita può diventare l'ossigeno vivificante di DIO per aiutare il prossimo nelle difficoltà e nei momenti di scoraggiamento. Inspira profondamente per tre volte , poi loda il Signore per lo Spirito Santo, vera essenza della vita.

domenica 7 marzo 2010

Felicità e finzione


Fra le migliaia di persone che la vita mi ha concesso di conoscere, ricordo una signora che mi raccontava un episodio della telenovela Beautiful con un coinvolgimento emozionale tale da scambiare la fiction con la realtà. La signore si era immedesimata a tal punto in uno dei personaggi che lo difendeva con rabbia, come se fosse la protagonista. Indubbiamente, nel corso degli anni, aveva creato una tale dipendenza de perdere in qualche modo il contatto con la realtà, finendo con il proittare nella finzione alcune sue difficoltà matrimoniali. Capita sempre più spesso di incontrare persone, a volte famiglie intere o gruppi, che parlano continuamente di ciò che hanno visto o dovranno vedere in televisione, hanno come fonte del proprio sapere la tv, pensano come i personaggi televisivi, e addirittura vivono come loro! Esiste oggi una cultura che ha la sua origine nella finzione mediatica, cioè nella rappresentazione della vita che i comunicatori inventano con il solo obiettivo di produrre nei telespettatori qualcosa che li intrattenga, li ancori davanti allo schermo, puntata dopo puntata. Ma il loro scopo è spesso solo quello di far soldi, naturalmente! Gesù disse :" Senza di me non potete fare nulla". Parole significative che invitano a una scelta consapevole di dipendenza, non da un personaggio rappresentativo della realtà ma da uno che è la verità stessa ( Giovanni 14.6) . La verità storica, spirituale, umana... la verità, non qualcosa di vero. Nessun uomo è mai stato realmente uomo come Gesù e potrà mai dire:" Io sono la via la verità e la vita". Gesù è unico. Non è un indicatore stradale che nel tempo sotto la pioggia si arruginisce e quindi bisogna imbiancarlo o sostituirlo. Egli è la Via. Non è qualcosa che potrebbe essere o non essere vero a seconda delle valutazioni dei singoli e delle interpretazioni umane. Egli è la Verità. Non è qualcosa di vivo che potrebbe un giorno trovarsi in stato di coma, bisognoso delle nostre attenzioni e di cure mediche . Egli è la Vita. Scegli Gesù!

La storia dei tre alberi


C'erano una volta tre alberi, che crescevano l'uno accanto all'altro nel bosco. Erano amici. E come quasi tutti gli amici, anche loro chiacchieravano tanto. E come quasi tutti gli amici, anche loro erano diversi, nonostante crescessero nello stesso posto e fossero tutti all'incirca della stessa altezza. Il primo albero amava la bellezza. Il secondo albero amava l'avventura. E il terzo albero amava DIO. Un giorno, gli alberi parlavano di ciò che sarebbero dovuti diventare da grandi. " Quando sarò grande, vorrei essere un baule intagliato, di quelli dove si conservano i tesori, pieno di gioielli scintillanti", disse il primo albero. Il secondo albero non pensava a cose del genere. " Quando sarò grande, vorrei essere un potente veliero", disse " Insieme al capitano, un grande esploratore, scoprirò nuove terre." Nel frattempo, il terzo albero scuoteva i rami." Io non vorrei essere strasformato in niente", disse." Vorrei restare esattamente qui dove sono e diventare ogni anno sempre più alto. Vorrei diventare l'albero più alto della foresta. E quando gli uomini mi guarderanno, li farò pensare a DIO." Passarono gli anni e un giorno nella foresta arrivarono i tre boscaioli." finalmente!", gridò il primo albero, quando il primo boscaiolo lo abbattè. "Ora il mio sogno di diventare un baule di tesori si realizzerà.""splendido!", gridò il secondo albero, quando il secondo boscaiolo lo abbattè. " Ora il mio sogno di diventare un veliero si potrà realizzare." " Ho no!", gridò il terzo albero, quando il terzo boscaiolo lo abbattè. "Ora non potrò parlare agli uomini di DIO"I boscaioli portarono via i tre alberi. E per due di loro il futuro era carico di promesse. Ma non ci volle molto perchè tutti e tre dovessero sepellire i loro sogni. Anzichè essere trasformato in un bel baule di tesori, il primo diventò una brutta mangiatoia per animali. Anzichè un agile veliero, il secondo albero diventò un semplice peschereggio. E il terzo albero non fece niente. Fu tagliato in assi, che furono lasciate in una pila nel giadino del falegname. La vita continuò. Gli anni passarono. E piano piano, i tre alberi impararono a convivere con i loro sogni infranti. Poi, una notte, la vita del primo albero cambiò repentinamente. Nacque un bambino, con tutta evidenza non un bambino comune. Gli angeli cantarono, pastori vennero a visitarlo. Indovina quale mangiatoia usò come culla la madre del bambino? Quando il primo albero capì che cosa era successo, il suo cuore si riempì di gioia. " I miei sogni sono realizzati", disse. " Non sono stato riempito d'oro e di gioielli, ma ho portato il più prezioso tesoro del mondo." Passarono molti altri anni, in tutto circa 30, e un giorno, infine, anche la vita del decondo albero cambiò. Era fuori, in mezzo al mare, quando si scatenò una tempesta terribile. Il vento soffiava violentemente e le onde erano tanto alte che la barchetta era persuasa di affondare. Ma a quel punto accadde qualcosa di incredibile. Uno degli uomini che trasportava, si alzò. " Taci, calmati!", disse al vento e alle onde. Ed essi obbedirono. Quando il secondo albero afferrò ciò che era accaduto, anche il suo cuore si riempì di gioia. " I miei sogni si sono realizzati", disse. " Non ho trasportato un grande esploratore, ma ho portato il Creatore del cielo e della terra". Non molto tempo dopo, anche la vita del terzo albero subì un cambiamento. Arrivò un falegname e lo portò via. Con sua grande costernazione, però, non fu lavorato per farne qualcosa di bello. Non ne fecero neppure qualcosa di utile. Invece, ne fu fatta una grezza croce di legno. " Questo è il tipo di croce sulla quale i soldati crocifiggono i criminali", pensò l'albero, sconvolto. E in effetti fu trasportato sul luogo dell'esecuzione. Là, in cima ad una collina fu inchiodato sopra le sue travi n uomo condannato a morte. Per la verità sarebbe dovuto essere il criminale che doveva pagare la pena dei suoi delitti. Era innocente, Gesù Cristo, figlio di DIO, esultò di gioia. " I miei sogni si sono realizzati ", disse . " Non diventerò l'albero più alto del bosco, ma sarò la croce che farà pensare gli uomini a Gesù Cristo." Che ognuno di noi possa realizzare nella propria vita il disegno di DIO, tutti abbiamo qualcosa da dare, chiunque è una lettera vivente.... il mio desiderio è che possiate vedere realizzati i vostri sogni, che questi possano essere di un certo spessore, che possano portare cambiamenti, che possano risvegliare speranze, che facciano la differenza, che diano coraggio e vita agli altri, che ognuno di voi possa essere felice, che possiate ogni giorno ringraziare DIO per quello che siete e per quello che avete, che abbiate mete elevate, che guardiate sempre in alto, che nulla vi tolga la pace, che siate apportatori di carità, che chi vi stà accanto possa respirare l'aria del cielo, che la vostra esistenza abbia un senso, che gli altri si ricordino di voi. che sia valsa la pena vivere... la lista sarebbe lunga, ma io mi fermo quì, vi voglio bene e vi auguro tanta serenità e che nulla e nessuno possa togliervi la corona della vita!!!!

venerdì 5 marzo 2010

Colazione da re


O Signore, al mattino tu ascolti la mia voce; al mattino ti offro la mia preghiera e attendo un tuo cenno. Salmo 5:3 .Non sono mattiniera. Mi sveglio, ma continuo a sonnecchiare.Ozio il più possibile a letto prima di alzarmi. A volte ho pensato che se DIO avesse veramente voluto che io gioissi delle prime ore della giornata, avrebbe dovuto spostarle a mattino inoltrato.Ho imparato, tuttavia, che anche se faccio fatica ad alzarmi questa non è una buona scusa per non fare colazione. Due ricerche condotte nello Iowa, dal 1949 al 1961, hanno dimostrato che coloro che fanno colazione hanno una disposizione migliore per compiere efficaciemente i loro compiti sia fisici sia intellettuali a fine mattinata. Essi hanno reazioni più rapide e manifestano meno tremiti di coloro che non fanno colazione. Gli studenti che si nutrono al mattino sono di buon umore e riescono meglio. I bambini hanno più difficoltà degli adulti a rimanere molto tempo senza mangiare, perchè il loro organismo metabolizza più rapidamente le sostanze nutritive. Si stancano presto, diventano apatici e irritabili. Si dice che bisognerebbe fare una colazione da re , un pranzo da principe e una cena da poveri. Se fate una cena abbondante, e andate a letto prima che lo stomaco abbia avuto il tempo di digerirla, il vostro organismo dovrà lavorare invece di approfittare delle otto ore di riposo completo di cui ha bisogno. Questa è la ragione per cui avete le gambe vacillanti quando vi svegliate e non avete voglia di mangiare. In questo caso si raccomanda di mangiare solo frutta a colazione, perchè aggrava meno l'apparato digerente stanco per aver lavorato una parte della notte. Quello che ingerite influenzerà la vostra giornata, che si tratti di cibo materiale o spirituale. Quindi, non dovreste soltanto fare una colazione da re, ma sedervi regolarmente alla tavola del re. Prima di uscire dal letto, trascorrete alcuni minuti a lodare il vostro Re. Poi mettete le scarpe da ginnastica, uscite, camminate e parlate con lui. Ritornate rivitalizzati e pronti a consumare la mannna della sua parola. Se iniziate la giornata con il vostro Re, vi garantisco che vi sentirete molto più disposti a fare una colazione da Re !